Apu hau, una storia così

29.03.2011 19:20

Come nasce una favola?
...forse semplicemente...così...dal nulla...da un'immagine che sfiora la mente, mentri ascolti distrattamente una canzone...

Apu hau


 

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C’era una volta…
…un luogo bellissimo. Un luogo in cui i colori erano i più belli che io abbia mai visto; un luogo in cui alberi maestosi cedevano, di tanto in tanto, il passo a radure ricoperte di fiori dalle forme tanto varie che, mai, immaginazione d’uomo avrebbe potuto sognare. Le rocce, porose, che affioravano direttamente dal cuore della Terra, si mostravano come sculture dalle forme stravaganti, che mano d’uomo mai avrebbe potuto realizzare.
Era un luogo “fatto in salita”…e salendo, ad ogni passo, mi sentivo più vicina al Paradiso. Nel vento leggero e caldo, che sfiorava le foglie intorno a me, potevo riconoscere il respiro di Dio.
Raggiungere la vetta…nient’altro desiderava il mio cuore.
Non c’era sentiero da seguire, solo una direzione.
Mi sentivo parte di quel mondo naturale…così…salendo, senza fretta, assaporando ogni fragranza di quel luogo, dimenticai il…tempo (carceriere dell’uomo) e…mi ritrovai…sulla vetta.
Spettacolo!
Cielo e Terra (Papa e Rangi?), al mio emozionato sguardo, si sfioravano come amanti, che tentano invano di celare la passione che li governa.
In quel momento, quell’istante in cui un brivido percorse la mia schiena, quell’attimo in cui l’emozione che provavo aveva, credevo, finalmente un nome…in quel momento…cambiai.
Invasa da quella sensazione che il mio cuore non riusciva a contenere, quella sensazione che sembrava davvero la…Felicità…mi lasciai andare…e volli diventare parte di quel mondo.
I miei piedi mutarono in radici che affondarono nella terra e, in quell’istante, sentii la sua energia irradiare il mio corpo. Le mie braccia si protesero verso il cielo ad assorbire il calore dell’Astro. Il mio corpo, ormai rigido, era l’involucro perfetto e bellissimo per il mio spirito appagato.
Fu in questa forma che vissi per…molto, molto tempo…fin quando…un giorno…un vento diverso sfiorò i miei rami.
Era un vento venuto dal mare. Un vento forte, eppure dolce. Un vento che mi sfiorava e giocava e…sussurrava. Lo sentivo passare tra le mie foglie e mi ricordava qualcosa…una sensazione passata…dimenticata…mi ricordava…una carezza tra i capelli.
Un fremito improvviso attraversò, allora, tutto il mio…”corpo”; quel corpo a cui, tanto tempo prima, avevo rinunciato, si stava risvegliando.
Il desiderio d’afferrare quel vento scuoteva i miei rami. Lo sentivo allontanarsi velocemente da me. No!
Solitudine… Mi accorsi, allora, che non era Felicità la mia.
Mi ritrovai a fissare l’orizzonte in cerca di un’increspatura sulla superficie del mare. Un segno…un piccolissimo segno della presenza del mio…vento.
Poi…nuvole grigie e minacciose cambiarono d’improvviso la tela che stavo guardando. Era lui…quel vento che aspettavo stava danzando per me. Radunò tutte le nubi del cielo e scatenò la tempesta. Mi avvolse tra le sue spire di uragano e sentii tutta la sua energia. Svegliò il mio spirito dormiente. E mi sussurrò il suo nome…Apu Hau (Urlo Feroce…divinità dell’uragano e della tempesta) signore di quel luogo incantato!
…Liberò il mio spirito, prigioniero di un’illusione e, da allora, vive in me…