Quando piove...
Capita, qualche volta, a me spesso, per la verità, che un istante qualunque si trasformi in un vociare di pensieri...parole che si rincorrono, sussurrando nella mente dapprima nel caos confuso, poi con ordine sempre più preciso, per incanalarsi, infine, in un corso unico, logico, che come un fiume conduce verso il mare del pensiero. E quell'istante qualunque, così, si trasforma in un obiettivo: fare qualcosa! Quella sensazione non ti molla più ed il pensiero diviene quasi un'esigenza. Quel piccolo pensiero che sembrava aver, appena, sfiorato la tua mente. Invece è arrivato dritto al cuore.
E così eccomi a dar voce a quel pensiero che dimora, ormai da un po', nel mio cuore...
…
Sere fa, troppe per la verità, al calduccio nel mio lettone ascoltavo la pioggia che fuori cadeva con violenza accompagnata dall'ira dal vento; il mio sguardo si è posato, allora, a controllare che i miei gatti, come sempre, fossero al riparo nella veranda. Poi, d'improvviso, inaspettatamente, il mio pensiero è volato per chilometri alla ricerca di un paio di anziane sconosciute che, distrattamente, avevo visto qualche giorno prima nel parcheggio degli autobus di una grande stazione ferroviaria. Due non più giovani signore che, con tutti i loro averi conservati in due carrelli per la spesa, sembravano aver eletto a propria dimora “quell'angolo” di marciapiede che divide il grande parcheggio dalla trafficatissima strada. In quel momento, che durava ormai da ore, di pioggia violenta ed incessante mi chiedevo dove fossero quelle due signore. Ed il pensiero, man mano, mi riportava alla mente dettagli che neanche ero consapevole di aver notato; come le gambe gonfie di una delle due donne, così gonfie che di certo non le rendevano facile camminare; ed ancora il maglione rosa che indossava, i capelli bianchi corti...ed alla fine una sola domanda: dov'erano? Dove? In quel momento di pioggia.
Poi l'inquietudine si faceva sempre più insistente...mi chiedevo quanto freddo avessero, quanto fossero bagnate, se qualcuno le avesse aiutate.
Il mio pensiero, allora, proseguendo lungo il suo corso ormai inarrestabile, si dirigeva verso tutti quei volti che ogni giorno, ovunque io mi trovi, intravedo ai lati della mia strada...della nostra strada. Mi riferisco a quelli che, senza un tetto sulla testa, in silenzio sperano in una monetina o anche solo in un sorriso...di certo mai chiederebbero di più...quel tetto, poi, non lo penserebbero neppure. Son quelli che si rifugiano dal freddo, o dal caldo, in ripari di fortuna.
Eppure di tetti per loro ce n'è!!!
Il problema è che ci son pure le pareti e le porte, oltre a quei tetti. E le porte son chiuse a chiave. So che l'hai capito, ma per esser certa lo dico chiaramente: le porte di cui parlo sono i portoni delle chiese. Sì perché la maggior parte delle chiese, se non l'hai notato, non sono aperte ai vagabondi. Fuori, sulle scale, forse...forse perché spesso anche lì dan noia 'ste persone e vengono invitate a cambiar zona; ma dentro, neanche a immaginarlo. E' ben chiaro il motivo...occorre proteggere tutto quel ben DI DIO dalla mano che, per placar la fame, potrebbe esser tentata di rubare; per non parlare, poi, degli importanti affreschi e statue e quadri, da preservar da usura ed altro. Insomma, come non comprendere tale iniziativa? Dopo tanta fatica per realizzare case, in tutto il mondo, si' lussuose e belle...corredate di preziosi candelabri e calici...come si può rischiare? Meglio chiudere la porta. Eppure qualcosa in tutto ciò proprio non mi torna. Sarà che sono rompiballe di natura, ma mi chiedo che ne pensi il Proprietario di tutte quelle case sparse per il mondo, di questa iniziativa. Certo, ora mi beccherò la mia “condanna al rogo”, ma io che in Lui ci credo non riesco a immaginarLo soddisfatto nel veder la porta della Sua casa chiusa in faccia ai bisognosi.
Così, mi chiedo cosa ne pensi tu. E non dirmi, te ne prego, che è bene fare quel che il prete dice e non quel che il prete fa...ora basta con 'sta storia. Sì, basta! Perché una guida è quella che deve, necessariamente, dar l'esempio. E il sacerdote sceglie la sua strada, non vi è obbligato, ma dal momento che la intraprende è obbligato, a parer mio (certo di un essere qualunque, anzi, pure già condannato prima di crepare, perché son separata, quindi per 'sti qua io non posso far la Comunione...ma sai qual è la cosa buffa? Che, sempre per 'sti qua, se io il mio ex marito l'avessi ammazzato, o lui me, dopo contrita confessione, saremmo stati perdonati e subito comunicati)a parer mio, il prete, dicevo, dovrebbe esser obbligato a smetter gli abiti dell'uomo.
Insomma, non voglio scatenar rivolte, ma se anche tu credi che Lui, il Padrone di quelle case, non approvi la chiusura di quegli usci, fai qualcosa...semplicemente dalla prossima domenica, pensaci su e magari cambia chiesa, fai un po' di strada in più ed entra solo in quella aperta davvero a tutti...lascia vuote quelle mura così fredde.